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Textual Archive 2022
Le Quattro Nobili Verità

La Terza Nobile Verità

La Terza Nobile Verità con i suoi tre aspetti è:
C'è la cessazione della sofferenza, di dukkha. La cessazione di dukkha deve essere realizzata. La cessazione di dukkha è stata realizzata.

Ajahn Sumedho
La Nobile Verità della
Cessazione della Sofferenza


Riflettiamo, quando vediamo la sofferenza, quando vediamo la natura del desiderio, quando riconosciamo che l’attaccamento al desiderio è sofferenza. Avremo quindi l’intuizione di lasciare andare il dolore e di realizzare la non-sofferenza, la cessazione della sofferenza. Queste intuizioni si possono avere solo attraverso la riflessione; non si possono avere per fede. Con la volontà non potete indurvi a credere o a realizzare un’intuizione. Le intuizioni ci giungono per mezzo della contemplazione e della meditazione su queste verità. Giungono quando la mente è aperta e ricettiva agli insegnamenti, poiché non è auspicabile né utile una fede cieca. Anzi, la mente deve essere consciamente ricettiva e meditativa. Questo stato mentale è molto importante, poiché è la strada che ci porta fuori dalla sofferenza. E lo può fare la mente che è aperta alle Quattro Nobili Verità e che riflette su ciò che vede all’interno della propria mente; non quella mente che ha idee fisse e pregiudizi, che pensa di sapere tutto e che prende per verità tutto ciò che un altro dice.

Ajahn Sumedho
Lasicar sorgere le cose

Prima di lasciar andare le cose, dovete portarle a un livello di perfetta coscienza. Lo scopo della meditazione e permettere che il subconscio raggiunga la coscienza. Si permette alla disperazione, alla paura, all'angoscia, alla repressione e alla rabbia di diventare coscienti. 
Riflettendo, portiamo a livello di coscienza il desiderio di diventare quell'ideale e il desiderio di liberarci di ciò che è negativo.
E' facile comprendere la cessazione a livello intellettuale, ma realizzarla 
può essere difficile poiché comporta lo stare con qualcosa che pensiamo di non poter sopportare.
Per permettere che questo processo si realizzi, bisogna essere pronti a soffrire. Expo perché sottolineo l'importanza della pazienza. Dobbiamo aprire la mente alla sofferenza, perché solo abbracciandola la sofferenza, questa cessa. Quando soffriamo, fisicamente o mentalmente, avviciniamoci a questa sofferenza, apriamoci completamente ad essa, diamole il benvenuto, concentriamoci  su di essa, lasciandola essere ciò che è. Questo significa essere pazienti e sopportare il disagio di una certa situazione. Piuttosto che sfuggire ai sentimenti , perché solo comprendendoli, cesseranno.

Ajahn Sumedho
Realizzazione

Il Buddha ha più volte detto: "Questa è la Verità da realizzarsi qui ed ora". Non dobbiamo aspettare di morire per scoprire se è tutto vero – questo insegnamento è per gli esseri viventi come noi. Ognuno di noi deve realizzarlo da solo. Posso parlarvene, posso incoraggiarvi a ricercarlo, ma non posso realizzarlo per voi!


Non pensate che sia qualcosa di vago o al di sopra delle nostre capacità. Quando parliamo del Dhamma o della Verità, diciamo che è qui ed ora, qualcosa che possiamo vedere da noi stessi. Possiamo volgerci verso la Verità, tendere verso di essa. Possiamo fare attenzione a tutto ciò che è, qui ed ora, in questo luogo ed in questo momento. Questa è la consapevolezza: essere vigilanti ed attenti. Con la consapevolezza, analizziamo il senso del ‘sé’, il senso del ‘mio’ e dell'‘io’: il mio corpo, i miei pensieri, le mie sensazioni, i miei ricordi, le mie opinioni, i miei punti di vista, la mia casa, la mia macchina, eccetera.

Nella vacuità, le cose sono esattamente come sono. Avere questo genere di consapevolezza, non vuol dire essere indifferenti al successo o al fallimento e non significa che non dobbiamo far niente. Anzi, possiamo dedicarci meglio alle situazioni: sappiamo ciò che possiamo fare; sappiamo ciò che si deve fare e lo possiamo fare nel modo migliore. Allora tutto diventa Dhamma, tutto è così com’è. Facciamo delle cose perché sono le cose giuste da fare in quel momento e in quel luogo, non per ambizione personale o per paura del fallimento.

Usiamo la saggezza del Buddha per contemplare il Dhamma, il modo in cui le cose sono. Quando siamo attenti, vigilanti e non più avidi, realizziamo la cessazione e ci rifugiamo nella vacuità dove tutto si fonde; non vi sono più persone lì. Si può sorgere e cessare nella vacuità, ma non c’è alcuna persona. Vi è solo chiarezza, consapevolezza, pace e purezza.

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