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I Cinque Aggregati - Percezione
"Sa: 'la percezione è così, così il suo sorgere, così il suo svanire.'"
Per approfondire:
Mindfulness,
Una guida pratica al risveglio
Joseph Goldstein
Capitolo 20
Gli elementi materiali, le sensazioni e le percezioni
Mindfulness, Una guida pratica al risveglio
Joseph Goldstein

La percezione, come la sensazione; è distinta dagli altri fattori mentali per via del ruolo chiave che ha sia nel condizionamento, sia nella liberazione. La percezione è il fattore che coglie le caratteristiche distintive  di un oggetto, gli dà un nome e ricorda la parola o il concetto per applicarlo la volta successiva in cui si fa esperienza di quell'oggetto. Quando  percezione e presenza mentale sono in equilibrio cooperano al servizio di discernimento. Ma quando sono squilibrate, la percezione ci imprigiona nel mondo dei concetti, nell'idea convenzionale di un io.
Le percezioni che abbiamo, i concetti che usiamo per descrivere le cose, spesso condizionano il sentimento che si accompagna a una certa esperienza . Purtroppo, in molte situazioni le nostre percezione sono imprecise.

La percezione di solidità
Quando non osserviamo attentamente i cinque aggregati, c'è un percezione consolidata e abituale del mondo e di noi stessi che diventa fonte di molte conclusioni sbagliate. È una percezione che ci impedisce di distinguere la verità. È la percezione della solidità delle cose. Crediamo nella solidità dei fenomeni materiali, nella solidità o stabilità dei rapporti e delle società. E fintanto che questa percezione di solidità e stabilità rimane, non  riusciremo a cogliere la natura impermanente e insostanziale di tutti i fenomeni.
Le cose si muovano così rapidamente che non ne percepiamo la discontinuità. Un altro motivo per cui non notiamo la natura insostanziale dei fenomeni è che di solito osserviamo le cose da una distanza che non ci permette di coglierne la natura composita. Sembrano solidi solo da punto di vista limitato. Per questo motivo la solidità è considerata un'allucinazione percettiva.

I concetti
Quando alla percezione non si accompagna la presenza mentale,  il che è il modo ordinario di stare al mondo,  prendiamo atto solo dell'apparenza superficiale delle cose; non ci siamo addentrati nell'esperienza e non ne scorgiamo la natura impermanente e insostanziale. Possiamo cogliere la tendenza a solidificare la nostra visione del mondo tramite percezioni e concetti superficiali in molte aree della vita, a volte con conaequenze molto nocive.

Luogo e proprietà
Creiamo il concetto di località e lo consideriamo reale. Quante guerre si cambattono e quanti sono morti per difendere un confine?
Creiamo i concetti di proprietà e possesso fondamentalmente con l'idea di poter 'possedere' qualcosa.

Il tempo
Un concetto potente, che spesso domina la nostra vita, è quello di tempo, passato e futuro. Ma se guardiamo bene come facciamo esperienza del 'tempo', cosa scopriamo? La percezione riconosce un certo tipo di pensieri (memorie, rievocazioni, progetti), genera i concetti di passato e furturo e poi attribuisce ad essi una realtà intrinseca. Ma quel che accade in realtà è che nel presente alcuni pensieri sorgono e passano. Quando iniziamo a vedere che la nostra esperienza del passato e del futuro è solo un pensiero nel presente, la nostra vita si sgrava da un peso.
A un livello ancora più sottile, capiamo che anche l'idea di 'presente' è un concetto a cui si può essere attaccati. 

L'io

Oltre ai costrutti di luogo e tempo, viviamo anche nel mondo mentale dell'immaginare di sé o del ruolo. È l'idea di noi stessi che offriamo agli altri, a cui crediamo anche noi. Non appena ci indentifichiamo con un ruolo o un'immagine, è gia una limitazione.
Quando non siamo fissati sui concetti dell'immagine di sé, la mente è più aperta e rilassata, più spontanea.


Uno dei nostri condizionamenti più profondi, e fonte di tanta sofferenza nells vita, deriva da un fraintendimento percettivo fondamentale che è il concetto dell'io creato dalla mente. È l'idea che ci sia qualcuno dietro l'esperienza a cui accadono le cose. Riconosciamo uno schema di elementi fisici e mentali, lo chiamano 'me stesso' e poi non riusciamo a guardare oltre lo schema percepito, senza avvederci che questi concetti sono solo una designazione riferita all'emergere di interazioni complesse.

Interpretare l'esperienza con l'ottica dei cinque aggregati ci aiuta a verificare di persona la natura fondamentalmente impersonale di tutti i fenomeni.

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