a small moment . . .
un piccolo momento . . .
It is 5.59 am. In the dark, on this cold January morning, the alarm is about to sound on the cell phone sitting on the desk next to the bed. The hand reaches out to find the phone, eyes still closed. A race with time to turn it off before that loud, raspy sound of the alarm cuts through the silence of the peaceful dawn about to break.
The mind begins, “Oh, it is so warm and comfortable under these soft blankets.” The cat at the bottom of the bed stretches and yawns as she turns over and curls up, again slipping into that luxurious state of sleep.
The mind continues, “It’s too early to get up.”
“I don’t want to. Noooo, not yet. I am so happy to just lay here in the warmth and quiet. Why did I ever propose to host 30 consecutive days of mediation? Every morning. Not one morning off.”
The arm reaches out to find the light switch on the lamp close by. Click. There is it. The bright light cutting into the natural darkness and loudly announcing. “It’s morning! Up and at 'em!”
At that precise moment, something shifted. Mindfulness brought attention to the mental process in action.
The lamenting mind is thick with resistance and aversion. Mental and bodily tension and contraction are evident. The ‘I’ has taken its royal seat in a central position, intending to control all decisions and responses, based solely on its wants and desires. No room for anything else.
Awareness . . . “Mara, I see you.”
With this declaration, awareness shakes the royal chair until it begins to fall into pieces and the ego is unseated. Confused by its unmasking, ‘I’ stumbles and falls, leaving space for surrender and sacrifice which arise spontaneously and naturally.
The word ‘yes’ replaces the ‘no’ that was uttered from the lamenting mind, just a moment earlier. There is a sense of surrender in this, a letting go of a view that embraces and cuddles the ego with its obsessive striving for pleasure as well as it's constant demanding to be at the center of all things.
The step beyond surrender comes when the beauty of sacrifice manifests in ‘making sacred’ the present. Abandoning the realm of enchantment where the self governs and then moving out of ignorance and illusion. Clarity . . .
The heart-mind opens and a sense of true joy arrives in recognizing the opportunity given to me to offer, every morning, a space to meet and meditate together. A space where the practice is a priority. Where everyone is welcome, and it is beneficial for the practice, the practitioners and all the world.
Gratitude vibrates as the meditation bell rings.
Presence
Sono le 5:59am. Al buio, in questa fredda mattinata di gennaio, sta per suonare la sveglia sul cellulare appoggiato sulla scrivania accanto al letto. La mano si allunga per trovare il telefonino, gli occhi ancora chiusi. Una corsa con il tempo per spegnerlo prima che quel suono forte e roco dell’allarme rompa il silenzio dell'alba pacifica che sta spuntando.
La mente inizia: "Oh, è così caldo e confortevole stare sotto queste morbide coperte". Il gatto in fondo al letto si allunga e sbadiglia mentre si gira e si raggomitola per scivolare di nuovo in quello stato di sonno lussuoso.
La mente continua: "E' troppo presto."
“Non voglio alzarmi. Nooo, non ancora. Sono così felice di sdraiarmi qui al caldo e alla quiete. Perché mai ho fatto la proposta di ospitare 30 giorni consecutivi di meditazione? Ogni mattina. Neanche una mattina libera.
Il braccio si allunga per trovare l'interruttore della luce sulla lampada nelle vicinanze. Clic. Eccolo. La luce intensa che taglia il buio naturale e annuncia ad alta voce. "È mattina. Alzati"
In quel preciso momento qualcosa è cambiato. La consapevolezza ha portato l'attenzione sul processo mentale in azione.
La mente lamentosa è piena di resistenza e avversione. Sono evidenti tensioni e contrazioni mentali e corporee. L'io aveva preso la sua sedia reale, il trono, in una posizione centrale, con l'intenzione di controllare tutte le decisioni e le risposte, basandosi esclusivamente sui suoi desideri. Non c'è spazio per nient'altro.
Poi,
Consapevolezza . . . ‘Mara, ti vedo’. Con questa dichiarazione, la consapevolezza scuote la sedia reale fino a quando non inizia a cadere a pezzi: l'ego è disarcionato. Confuso dal suo smascheramento, "io" inciampa e cade, lasciando spazio alla rinuncia e al sacrificio che sorgono spontaneamente e naturalmente.
La parola "sì" sostituisce il ‘no’ pronunciato dalla mente lamentosa un momento fa. C'è una sensazione di arrendersi in questo, un lasciar andare una visione che abbraccia e coccola l'ego con la sua ossessiva ricerca del piacere, così come la sua costante richiesta di essere al centro di tutte le cose.
Il passo oltre la rinuncia arriva quando la bellezza del sacrificio si manifesta nel "rendere sacro" il presente. Abbandonare il regno dell'incanto in cui l'io governa e uscire dall'ignoranza e dall'illusione. Chiarezza . . .
Il cuore-mente si apre e arriva un senso di vera gioia nel riconoscere l'opportunità datami di offrire, ogni mattina, uno spazio per incontrarsi e meditare insieme. Uno spazio dove la pratica è la priorità. Dove tutti sono i benvenuti, ed è beneficio per la pratica, i praticanti e tutto il mondo
La gratitudine vibra mentre suona la campana della meditazione.
Presenza . . .