D i s c o v e r i n g . . .
the possibility of freedom
la possibilità di libertà
The story of the Buddha's life and his subsequent liberation are well known. In his first words after awakening, he described the 'fundamental ground of our nature' as profound, peaceful, beyond constructs, luminous, unconditioned, and present as an intrinsic wisdom 'within all beings'.
He spent the remainder of his life teaching what was known to him about the possibilities of this potential to be freed from suffering. He taught over and over again, in infinite ways, that freedom is possible for each and every being. He said he only taught two things: suffering (dukkha) and its end. This man devoted himself to declaring this possibility to anyone and everyone.
The practice of Vispassana encourages one to go beyond what others tell us and trust our own direct experience. Do we feel this potential vibrating inside? Do we have the courage and interest to investigate this possibility?
Obviously, it is to be very attentive and wary of the always active ego during this exploration. Humility is of utmost importance, essential in embracing this possibility. Being aware of false humility however is of equal importance as it brings doubt and confusion, giving rise to unnecessary obstacles and resistance.
The question of how long it takes, whether, in this lifetime, one hundred lifetimes, or in the next 5 minutes is not of importance. It is the process and a continuously renewed presence, not final attainment, which is vital. It is in letting go of attainment or of grasping at some finality, that allows one to slowly, with ardency, just put one foot in front of the other, one step at a time, even while falling, tripping and getting lost along the way. This is when it is so important to have the support of a sangha, teacher or spiritual friend available.
There can also be moments of stillness during this journey when one can acknowledge and recognize with clarity, simplicity, and appreciation, those flashes of insights or actions which have manifested out of an inner connection to this 'fundamental ground of our nature”. Anyone dedicated to this journey has experienced, now and then, this connection.
Feeling an active instinct towards this awakening freedom offers the possibility of living a skillful life, here and now, in this human existence. It is the intention of taking the next step, no matter how small, and/or the intuition to just be still at times, which energizes my practice. In this continuing practice, one can enter into a caring relationship with the world. Compassion blossoms towards ourselves and others as separateness falls away and interconnectedness is perceived. It may be for only a few moments or it may enter our lives as a frequent visitor.
There is just to continue practicing . . .
What is known/felt is that the potential, the capacity, the possibility to be free, exists and dwells in each human being, Our true nature, Buddha nature, or God is right there for everyone. Freedom is available. It exists in each of us, in every moment, in every cell and molecule. It is part of everything. There is nothing to create, nothing to go find. If anything it is an uncovering, a discovery of something that has always been right there.
There is something that with the passing of the years has become stronger and feels closer than ever before. It is found in moments of stillness, with the silent mind. A felt sense of 'remembering' arises, just beyond that thin veil, under that layer of dust on the mirror, below the skin of this incarnate body, inside each beat of the heart. It vibrates there, unnamed, a knowing without knowing.
What is enlightenment, the unconditioned, nibbana?
I do not rationally know. . . and this is ok.
La storia della vita del Buddha e della sua successiva liberazione sono ben conosciute.Nelle sue prime parole dopo il risveglio, descrisse il "fondamento della nostra natura" come profondo, pacifico, al di là dei costrutti, luminoso, incondizionato e presente come una saggezza intrinseca "all'interno di tutti gli esseri".
Trascorse il resto della sua vita insegnando ciò che gli era noto sulle possibilità di questa potenziale capacità di liberarsi dalla sofferenza. Insegnò più volte, in infiniti modi, che la libertà è possibile per ogni essere. Ha detto che ha insegnato solo due cose: la sofferenza (dukkha) e la sua fine. Quest'uomo si è dedicato a dichiarare questa possibilità a tutti.
La pratica di Vipassana incoraggia ad andare oltre ciò che gli altri ci dicono e si fida della nostra esperienza diretta. Sentiamo questo potenziale vibrare dentro? Abbiamo il coraggio e l'interesse per indagare su questa possibilità?
Ovviamente, si deve essere molto attenti e diffidenti verso l'ego sempre attivo durante questa esplorazione. L'umiltà è della massima importanza, essenziale per abbracciare questa possibilità. Essere consapevoli della falsa umiltà è tuttavia di pari importanza in quanto porta dubbi e confusione, dando origine a inutili ostacoli e resistenze.
La questione di quanto tempo ci si impiega, se in questa vita, cento vite o nei prossimi 5 minuti non è importante. È il processo e una presenza continuamente rinnovata, non il raggiungimento finale, che è vitale. Quindi, nel lasciar andare il conseguimento o la comprensione di una finalità, ciò consente di mettere lentamente, con ardore, un piede uno dietro all'altro, un passo alla volta, anche mentre si cade, inciampando e perdendosi lungo la strada. Questo è quando è così importante avere il supporto di un sangha, un insegnante o un amico spirituale disponibile.
Possono esserci anche momenti di quiete durante questo viaggio in cui è possibile riconoscere con chiarezza, semplicità e apprezzamento i lampi di intuizioni o azioni che si sono manifestati da una connessione interiore a questo "terreno fondamentale della nostra natura". Chiunque si dedichi a questo viaggio ha sperimentato, di tanto in tanto, questa connessione.
Sentire un istinto attivo verso questa libertà offre la possibilità di vivere una vita abile, qui e ora, in questa esistenza umana. È l'intenzione di fare il passo successivo, non importa quanto piccolo, e/o l'intuizione di essere fermi a volte, che dà energia alla mia pratica. In questa pratica continua, si può entrare in una relazione premurosa con il mondo. La compassione sboccia verso noi stessi e gli altri quando la separazione cade e viene percepita l'interconnessione. Potrebbe essere solo per pochi istanti o potrebbe entrare nella nostra vita come visitatore frequente.
C'è solo di continuare a praticare . . .
Quello che si sa/sente è che il potenziale, la capacità, la possibilità di essere liberi, esiste e dimora in ogni essere umano. La nostra vera natura, la natura di Buddha o Dio è proprio lì per tutti. La libertà è disponibile. Esiste in ognuno di noi, in ogni momento, in ogni cellula e molecola. Fa parte di tutto. Non c'è nulla da creare, semmai è una scoperta, una scoperta di qualcosa che è sempre stato lì.
C'è qualcosa che con il passare degli anni è diventato più forte e si sente più vicino che mai. Si trova nei momenti di quiete, con la mente silenziosa. Sorge un senso di 'ricordare', appena oltre quel velo sottile, sotto quello strato di polvere sullo specchio, sotto la pelle di questo corpo incarnato, dentro ogni battito del cuore. Sta vibrando, senza nome, un sapere senza sapere.
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Che cos'è l'illuminazione, l'incondizionato, il nibbana? Non lo so . . . e questo è ok.