D i s c o v e r i n g . . .
the welcoming heart
il cuore accogliente
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The welcoming heart is inclusive, it gently invites all aspects of life to enter; the beauty, joy, and love, that make us feel so alive, as well as acknowledging the fear, horror, and pain that wounds us.
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Cultivating a connection to the innate and boundless courage alive within the heart is essential in being able to invite three characteristics, the unease of dukkha, the constant change and uncertainty of anicca, and the non-self of anattà, to sit calmly, at ease, there in its wide, empty space.
Can we stop trying to control, suppress, hide or distract ourselves from the truth of these three characteristics and renounce the consequential battle? Can we bring awareness to the habitual behaviors, the reactive responses, and the drama that fills our lives? Are we able to open the heart to difficulty and be willing to clearly see and be present with it? When the answer is 'yes' transformation and healing begin. It is when we undress our identity and stand naked in our vulnerability that the possibility of letting go into freedom comes forth.
The heart wraps all of this in neutrality and non-judgment, providing the conditions necessary to let go even though we are filled with fear, even with our doubts, desires, and difficulties. The heart accepts all with a delicate caress. The heart's work is not to understand but to comprehend with compassion and care. It knows how to listen deeply from an impersonal perspective, creating a timeless and intimate sanctuary.
A deep life-giving breath, a sigh of relief, soothes the body when the gates surrounding vulnerability are unlocked. It is no longer necessary to keep up the protective walls, or to be in unending tension, or to hold on to the fear that nurtures the continuous tending of our enchantments and delusions.
The heart welcomes all and invites us to enter . . .
Il cuore accogliente è inclusivo, invita dolcemente tutti gli aspetti della vita ad entrare; la bellezza, la gioia e l'amore, che ci fanno sentire così vivi, così come riconosce anche la paura, l'orrore e il dolore che ci feriscono.
Coltivare una connessione con il coraggio innato e sconfinato che vive nel cuore è essenziale per essere in grado di invitare le tre caratteristiche, il disagio di dukkha, il cambiamento costante e l'incertezza di anicca e il non sé di anattà, a sedersi con calma e agio, lì nel suo ampio spazio vuoto.
Possiamo smettere di controllare, sopprimere, nascondere o distrarci dalla verità di queste tre caratteristiche e persino rinunciare alla battaglia? Possiamo portare consapevolezza ai comportamenti abituali, alle risposte reattive e al dramma che riempie le nostre vite? Siamo in grado di aprire il cuore alle difficoltà ed essere disposti a vedere chiaramente ed essere presenti con esso? Quando la risposta è "sì", la trasformazione e la guarigione iniziano. È quando spogliamo la nostra identità e restiamo nudi nella vulnerabilità che emerge la possibilità di lasciarci andare nella libertà.
Il cuore avvolge tutto questo nella neutralità e nel non giudizio. Ciò fornisce le condizioni per lasciar andare anche quando siamo pieni di paura, anche con i nostri dubbi, desideri e difficoltà. Il cuore accoglie tutto con una carezza delicata. Il lavoro del cuore non è capire ma comprendere con compassione e cura. Non risolvere, ma stare con quello che c'è. Sa come ascoltare profondamente da una prospettiva impersonale, creando un santuario intimo e senza tempo.
Un profondo respiro, un sospiro di sollievo, lenisce il corpo quando i cancelli che circondano la vulnerabilità sono sbloccati. Non è più necessario mantenere le pareti protettive, o essere in tensione senza fine, o tenere la paura che nutre la continua cura dei nostri incantesimi e delusioni.
il cuore accoglie tutti e ci invita ad entrare . . .