D i s c o v e r i n g . . .
the delicacy of less
la delicatezza di meno
Have you ever paid attention to how much of a day is spent in a state of wanting? Try it sometime.
Whether it is as insignificant as wanting a cup of tea or as grandiose as wanting to buy a new house, that constant nagging is alive and well and seems to accompany us continuously.
Wanting . . . that ever-present sense that something is missing, that what is presently available is not enough. That constant itch that calls to be scratched, that sense of lack that is never completely filled, the promise of happiness that is supposed to come when we attain what we want, and the anxiety that arises with wanting but not knowing what we want. All of this seems to be active inside of us.
Wanting is an agitated, restless energy, always in search of something better, never finding ease and peace. It is heavy, thick and dense. It ‘drives’ actions instead of allowing them to emerge to find their proper path and natural flow. It is always asking for more, more, more . . .
What if we begin the exploration of an alternative perspective? What if instead of continuously wanting, with its desire for abundance and personal gratification, we begin to consider inserting actions in our lives that explore the significance of ‘less’? What if ‘less is more’?
Could it be that the ‘more’ we keep searching for and never seem to find is readily available through having and wanting less? Might we discover that having less creates space and a sense of relief in our hearts, mind and body?
Less . . . a small word, a powerful word.
A word that generally signifies loss, limitations, reduction, or deficit. It usually, but not always, implies dissatisfaction, discomfort, and at times a sense of sacrifice. The truth is we don’t really like this word very much. It makes us tense with the expectation of something being taken away from us.
Are we capable of seeing clearly the simplicity that comes with ‘less’? Can we note a sense of relief and growing spaciousness? Less is a doorway into silence when the mind can move toward stillness and quiet. Many times our ability to live with less enhances our experience. Without the distraction of abundant choice, our attention can rest easily and completely.
Hai mai prestato attenzione a quanta tempo della giornata viene trascorsa in uno stato di desiderio? Provalo qualche volta.
Che sia insignificante come volere una tazza di tè o grandioso come voler comprare una nuova casa, quel costante fastidio è vivo e vegeto e sembra accompagnarci continuamente.
Volere . . . quella sensazione sempre presente che manca qualcosa, che ciò che è attualmente disponibile non è sufficiente. Quel prurito costante che richiede di essere grattato, quel senso di mancanza che non è mai completamente colmato, la promessa di felicità che dovrebbe arrivare quando otteniamo ciò che vogliamo e l'ansia che nasce dal volere ma non sapere cosa vogliamo. Tutto questo sembra essere attivo dentro di noi.
Volere è un'energia agitata, irrequieta, sempre alla ricerca di qualcosa di meglio, senza mai trovare agio e pace. È pesante, spesso e denso. Controlla le azioni invece di consentire loro di emergere per trovare il loro percorso corretto e il loro flusso naturale. Chiede sempre di più, di più, di più. . .
E se iniziassimo l’esplorazione di una prospettiva alternativa? E se invece di desiderare continuamente, con la sua abbondanza e gratificazione personale, cominciassimo a considerare di inserire nella nostra vita azioni che esplorino il significato del “meno”? E se “meno è di più”?
Potrebbe essere che il “di più” che continuiamo a cercare e che non sembriamo mai trovare sia facilmente disponibile attraverso l’avere di meno?
Potremmo scoprire che avere di meno crea spazio e un senso di sollievo nel nostro cuore, nella nostra mente e nel nostro corpo?
Meno . . . una piccola parola, una parola potente.
Una parola che generalmente significa perdita, limitazione, riduzione o deficit. Di solito, ma non sempre, implica insoddisfazione, disagio e talvolta un senso di sacrificio. La verità è che non ci piace molto questa parola. Ci rende tesi con l’aspettativa che ci venga portato via qualcosa.
Siamo capaci di vedere chiaramente la semplicità che deriva dal “meno”? Possiamo notare un senso di sollievo e di crescente spaziosità. ‘Meno’ è una porta verso il silenzio quando la mente può muoversi verso la quiete di un non-pensare. Molte volte la nostra capacità di vivere con meno migliora la nostra esperienza. Senza la distrazione di una scelta abbondante, la nostra attenzione può riposare facilmente e completamente.
by Elizabeth Genovesi