The word YES entered into English before 900. It is a very old word. It is also a very small word, that carries enormous potential. La parola “SÌ” è entrata nella lingua inglese prima del 900. È una parola molto antica. È anche una parola molto piccola che ha un enorme potenziale.
The word 'YES' has many shades, tones, textures, and even rhythms. A little word of just three letters. It can condition the outcome of many situations, depending on how it is expressed and the intention connected to that expression.
More often than not, 'yes', carries an energy that invites, opens to, or welcomes interaction. Even when it is not spoken, one can feel its effect physically, mentally, and emotionally. This energy tends to move toward warmth, acceptance, and a sense of caring, a sense of inclusion. Sitting with 'yes' can prove useful and/or appropriate in meditation practice as it puts us in a receptive state.
One can say the word softly or simply hold its energy. It is an internal posture connected to a willingness to come close to whatever arises in each moment. A movement toward letting go of the personal aspects of what arises, 'my knees hurts', 'my mind is agitated', 'I feel vulnerable'. It shifts from 'my pain', 'my agitation', 'my unease' to simply opening to the phenomenon which is known at that moment; pain, agitation, vulnerability. To say 'yes' melts the contractions of resistance and opens a neutral space of presence. There is a sense of freedom in this.
Vipassana asks us to experience these possibilities for ourselves.
Why not try it and see what happens? Yes?
La parola 'sì' ha molte sfumature, toni, trame e persino ritmi. Una parolina di sole due lettere che può condizionare l'esito di tante situazioni a seconda di come viene espressa e dell'intenzione connessa a quell'espressione.
Il più delle volte il 'sì' porta un'energia verso un invito, una apertura o una accoglienza di l'interazione. Anche quando non è parlato, si può sentire il suo effetto fisicamente, mentalmente ed emotivamente. Questa energia si muove con il calore, un accettazione e un senso di cura. Un senso di inclusione. Stare seduti con un 'sì' può rivelarsi utile e/o appropriato nella pratica della meditazione in quanto ci mette in uno stato ricettivo.
Si può dire la parola morbidamente o semplicemente trattenere la sua energia. È una postura interiore connessa alla volontà di avvicinarsi a qualsiasi cosa si presenti in ogni momento. Un movimento verso un lasciar andare gli aspetti personali di ciò che sorge, "mi fanno male le ginocchia", "la mia mente è agitata", "mi sento vulnerabile". Passa dal "mio dolore", dalla "mia agitazione", dal "mio disagio" alla semplice apertura al fenomeno che è noto in quel momento; dolore, agitazione, vulnerabilità. Dire di 'sì 'scioglie le contrazioni della resistenza e apre uno spazio neutro di presenza. C'è un senso di libertà in questo.
Vipassana ci chiede di sperimentare queste possibilità per noi stessi. Perché non provarlo e vedere cosa succede? Sì?
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