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Risvegliarsi all'essere

> introduzione

I Cinque Potere Spirituali
> cosa sono
> fiducia

> energia 
> mindfulness
> raccoglimento
> saggezza
> sintesi

Risvegliando . . .
> che cos'è
> Helena Blavatsky 
> Daniel Lumera
> Thich Nhat Hanh
> Corrado Pensa 
> Joseph Goldstein
> Eckhart Tolle

Esplorando . . .

Risvegliarsi all'essere

liberare la pratica

L'altro giorno, durante una conversazione con un piccolo gruppo di meditanti, tutti hanno condiviso la loro opinione sull'importanza di una seduta quotidiana e tutti hanno espresso il loro assenso per il valore di questa pratica. Nei giorni successivi, questo argomento continuava a tornarmi nella mente. Qualcosa continuava a spingere per essere indagato ulteriormente.

Per chi la pratica, la meditazione è solitamente concepita come un'attività in cui ci si siede e si dedica del tempo alla consapevolezza del momento presente. Spesso c'è uno spazio speciale, un cuscino o una sedia specifici, un momento particolare, forse anche una campana tibetana e un timer. Si potrebbe dire che una certa forma e/o abitudine è stabilita. Questo può essere utile a sostenere una pratica disciplinata. Non c'è dubbio che una "seduta" porti conseguenze benefiche.

Potremmo tuttavia prenderci un momento per considerare le conseguenze della creazione di una forma e/o abitudine per la nostra pratica. La forma è un modo di creare un'identità definita da limitazioni e confini. La forma tiene insieme il contenuto e quindi costruisce un oggetto a cui aggrapparsi. La pratica viene offerta su un piatto di stabilità con concetti da comprendere, diventando imprigionati e separati dal flusso della vita ordinaria. Diventa qualcosa che facciamo e non come viviamo. La nostra pratica può diventare senza vita quando l'abitudine è la forza trainante. Diventa semplicemente routine, non esprime più la sua energia vitale e trasformativa.

La pratica può prendere vita dentro di noi, offrendo una nuova prospettiva di ciò che ci circonda e con questo il nostro mondo cambia. Per questo motivo, deve essere una pratica libera, altrimenti le porte e le finestre non si aprono completamente a ciò che è possibile. Finiamo per vivere sbirciando attraverso le crepe, vedendo schegge di luce ma senza mai essere abbracciati dal tutto.

La paura è l'elemento che tiene la porta chiusa a chiave e ci tiene nella nostra comoda prigione. Possiamo sbloccare la porta con la fiducia e il coraggio di uscire dal nostro ambiente sicuro e protetto. La pratica è trasformativa quando c'è libertà e spaziosità.

 

Quando lasciamo andare l'idea della pratica come forma o abitudine e le permettiamo di essere libera, essa entra nelle nostre vite, pulisce la polvere dallo specchio e solleva i veli dell'illusione.

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