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Risvegliarsi all'essere

daniel lumera

Risvegliarsi all'essere

> introduzione

I Cinque Potere Spirituali
> cosa sono
> fiducia

> energia 
> mindfulness
> raccoglimento
> saggezza
> sintesi

> Liberare la Pratica
> Pratica incarnata


Risvegliando . . .
> che cos'è
> Daniel Lumera
> Corrado Pensa 
> Christina Feldman 
> Eckart Tolle
> Thich Nhat Hanh
> Joseph Goldstein 
> Helena Blavatsky 

Esplorazione

> Carl Gustav Jung

Piccoli consigli

° Leggi lentamente. La prima volta leggi l'intero testo. Altre volte, leggi solo un paragrafo o poche frasi. 
 

° Stampa e metti in un posto facilmente accessibile in modo da poterlo consultare durante il giorno per leggere piccole parti.

 

° Inizia un diario per annotarti domande, dubbi, esperienze, intuizioni, emozioni, ecc.

 

° Non è necessario meditare su questo testo. La riflessione o la contemplazione possono essere più utili al di fuori della meditazione formale. Lascia che la tua seduta favorisca una mente chiara, una mente tranquilla, silenziosa.

 

° Tutto sarà disponibile sul sito web di Appamada

Dopo ogni incontro, il link verrà pubblicato sulla chat di gruppo per una facile consultazione.

Fermati e respira

Parte 1

Avevo diciannove anni quando intrapresi seriamente la via della meditazione. Quella scelta cambiò per sempre la mia esistenza. 
 

Non ho provato mai nulla che possa neanche lontanamente avvicinarsi al senso di completezza, pace, integrità e consapevolezza che si sperimenta in quello stato di coscienza. La meditazione si è rivelata una chiave di lettura rivoluzionaria non solo della sfera personale, ma anche di quella relazionale, professionale e sociale.

 

Ho sperimentato per la prima volta pienamente questo stato di flusso durante un’uscita in mare in windsurf……..A un certo punto, mentre il surf sfrecciava nell’acqua, presi coscienza di essere veramente lì……….. Rendermi conto di esserci, prendere coscienza di esistere, immerso come ero in qualcosa di emozionante e coinvolgente, risvegliò e fece espandere i miei sensi, acuì tutte le percezioni………….Ogni cosa stava accadendo insieme come un tutt’uno……. Ero lì. Semplicemente lì. Una sola cosa con tutto ciò che stava accadendo.
 

Quello stato di presenza consapevole, di risveglio dell’essere, l’ho ritrovato, in modo più intenso e profondo, nell’esperienza meditativa……Ogni gioia e felicità è contenuta in quell’esperienza in cui prendiamo coscienza che tutto ciò che ci serve è già dentro di noi.

 

Nell’Ottuplice Sentiero c’è una regola che negli anni ho potuto verificare personalmente: i salti di consapevolezza, che amo chiamare “risvegli”, non accadono mai in maniera graduale. Avvengono tutto d’un colpo. Improvvisamente si squarcia un velo, si apre la visione e si entra in una profonda, autentica e pura realizzazione.

Parte 2

Non è vero che l’evoluzione segue l’andamento di una riga diagonale ascendente. Quella linea è invece orizzontale e poi di colpo sale in verticale verso l’alto. Mentre stiamo percorrendo la linea orizzontale sperimentiamo la costanza, la perseveranza, la ripetizione, l’autodisciplina, la dedizione, lo studio, la pratica. Stiamo preparando un gradino, un terreno piano, un appoggio.

 

Nel plateau, le linee orizzontali del grafico, sperimentiamo tanti stati diversi: consolidiamo la pratica in noi, la rafforziamo e ci rafforziamo; ma attraversiamo anche molti momenti di dubbio, stanchezza, sconforto, frustrazione e impotenza, perché abbiamo la sensazione di non avanzare, di essere fermi e di non progredire. E invece no, tutto fa parte del cammino. Si tratta di passaggi di stato. E’ come l’acqua che bolle a cento gradi, passando dallo stato liquido a quello gassoso. Accade tutto d’un tratto.

Parte3

Nel nostro personale processo, a volte rinunciamo. Smettiamo proprio poco prima che si realizzi il nostro obiettivo, il nostro desiderio. Per questo motivo uno dei concetti più affascinanti della via della meditazione è il compromesso. Compromettersi non è inteso nell’accezione negativa del termine, non significa sforzarsi o forzare la situazione, né accontentarsi cercando una via di mezzo.
 

Comprendere la natura del “compromesso” vuol dire comprendere la “via di mezzo”. Da un lato l’esaltazione, la pressione, la foga, la forzatura, la violenza a se stessi e la rigidità, dall’altro lato l’esecuzione meccanica e priva di vita, il trascinarsi con stanchezza, ma anche il dubbio e la pesantezza, l’arrendersi. Il compromesso consiste nel ritrovare la via di mezzo. Ogni giorno. La centratura, l’equilibrio, l’autenticità. Per far questo dobbiamo iniziare sempre da capo, portare con noi la sensazione di non sapere, svuotare la mente, lasciare ogni aspettativa, essere completamente disponibili a ciò che il presente ci proporrà, senza giudicarlo rifiutarlo o cercare di cambiarlo. Tuttavia ci sono anche le involuzioni.
 

L’esperienza di un risveglio ci porta su un piano superiore, a un livello più elevato di consapevolezza.
Vibriamo a una frequenza maggiore e siamo saliti di ottava. Dopo quel picco, in quella dimensione più elevata, ci sarà un altro plateau, un altro gradino orizzontale. Se in quel gradino coltiviamo la sensazione e il pensiero che va bene così, che ci accontentiamo di dove siamo arrivati, di cosa abbiamo imparato, se ci sediamo dove siamo, accade un fenomeno particolare. Di solito non lo vediamo arrivare e ci sorprende, pur essendoci avvisaglie che tentano di prepararci. A cosa? Alla discesa. Così come ci sono picchi ascensionali, ci sono anche quelli discensionali, che cadono a strapiombo verso il basso. Sono le crisi, i momenti di dolore e difficoltà che si presentano. Se prestiamo attenzione all’evoluzione, notiamo precise circostanze interiori che precedono questi momenti: quando smettiamo di viverla davvero, la vita, quando una parte di noi ha rinunciato. 

 

La crisi viene in realtà per svegliarci, per ridestarci al cammino che la parte più intima di noi ha scelto fino in fondo. Magari quella crisi è arrivata proprio per capire meglio, integrare virtù come l’umiltà e la determinazione, per ritrovare o riscoprire la fiducia in sé e nella vita, l’affidarsi, per imparare a chiedere aiuto, per mettere tutto in discussione e trovare la forza per ripartire dopo essere morto e rinato.

Parte 4

Perché ricercare l’esperienza del Samadhi?

Gli stati non ordinari di coscienza producono innumerevoli conseguenze positive e influenzano in meglio la qualità della nostra vita…..


Quando questi stati diventano sempre più profondi e frequenti, trasformandosi da esperienze transitorie a condizione duratura, sono capaci di generare cambiamenti immediati e permanenti non solo della propria personalità, ma anche del modo di vedere se stessi, il mondo e l’esistenza.
 

Gli stati superiori di coscienza hanno la capacità di gettare luce sulle nostre vite, sulla nostra abissale ignoranza esistenziale, permettendoci di uscire da una condizione di oscurità istintuale e inconsapevole. E’ importante fare una distinzione fra le esperienze mistiche o spirituali, che permettono di vivere sensazioni di gioia, pace, unità, connessione e felicità esistenziale, e il Samadhi vero e proprio, dove ogni esperienza percettiva scompare per lasciare posto solo a un oceano puro di consapevolezza, pura coscienza dell’essere, senza forme, limiti né definizioni, che porta a un permanente cambio di percezione e a una diversa e più elevata consapevolezza. E’ la cosa più reale di qualsiasi altra, è  “la Verità” e la sua natura è la beatitudine. Le parole sono strumenti molto limitati per poter descrivere un Samadhi esaustivamente. Possiamo alludere, accennare. Poi però è solo l’esperienza diretta che può farlo conoscere.
 

I Samadhi non sono stati alterati di coscienza, come quelli indotti da droghe o altre esperienze a cui si attribuisce un valore mistico o allucinogeno, sono stati completamente naturali che hanno la capacità di portarci a un livello superiore di consapevolezza e benessere.

                                                                               

Le filosofie orientali hanno focus differenti per ciò che riguarda il tema dell’autorealizzazione. Nel taoismo, per esempio, la via dell’illuminazione si realizza entrando in armonia con i principi della natura e con il flusso della vita. Nel buddismo cinese e tibetano è esplorata attraverso un processodi continua autoriflessione e autosservazione, mentre nel buddismo zen del Giappone si raggiunge solo quando si è compresa totalmente la radicale verità secondo la quale tutto è un’illusione della mente.

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